giovedì 3 novembre 2011

Apriamo il dialogo

L'intervento in aula dell'amministratrice del nostro blog ha contribuito a sbloccare il mio silenzio nello spazio virtuale e spero vivamente che abbia lo stesso effetto per voi : in qualche modo siamo tutti bloccati sulle nostre sedie .."inchiodate"! Aspettare che il blog si popoli della vostra presenza significa per me cominciare a raccogliere qualche segnale di come il percorso da me programmato sia finora arrivato a voi, perchè confesso che più volte nel corso delle lezioni frontali ho avuto l'impressione di leggere sui vostri volti una domada inespressa " Si, va bene, ma le lezioni vere quando cominciano?" Non mi preoccupa la domanda ma il fatto che sia inespressa. Non è mia abitudine procedere senza valutare l'efficacia del mio lavoro anche perchè se come ricordava questa mattina Maria Grazia nessuno può imporre un apprendimento è pur vero che la comunità, voi compresi, mi assicura mensilmente da 40 anni uno stipendio perchè io convinca gli studenti che apprendere è una scommessa interessante! Che ne pensate? Buon fine settimana

9 commenti:

Monica Angelino ha detto...

buongiorno professoressa, accolgo la sua richiesta di ricevere un primo segnale di partecipazione al blog. Innanzitutto, credo che un pò tutti noi ci siamo posti quella domanda, ma credo che la risposta più adatta sia quella di affidarci ad una persona con esperienza e che sa quel che fà, la cosa del resto non mi preoccupa perchè l'argomento da lei scelto per avviarci allo studio della letteratura latina è di gran lunga interessante e le assicuro, almeno personalmente, che la sua comunicabilità, l'approccio che ha instaurato con noi studenti, e torno a ripetere l'argomento scelto come filo conduttore, hanno attratto la mia attenzione. questo non vuole essere un messaggio fine a se stesso, bensì voglio che oltre alla mia partecipazione in aula, lei sappia che a me è arrivato il suo intento di trasmetterci qualcosa che vada oltre la semplice didattica, creare una traccia, un percorso che ci permetta di organizzare il nostro bagaglio culturale. spero di essere stata esauriente in queste poche righe e spero anche di aver colto il vero senso del suo messaggio.
a mercoledì :)

Marica Ciavarella ha detto...

Ho apprezzato tantissimo l'intervento della dottoressa Fiore, mi sono ritrovata e riconosciuta in molte cose da lei sottolineate, di come molte volte siamo costretti ad imparare a memoria con l'unico fine di superare un esame, ma di come questo sia deleterio per noi.è vero, non possiamo studiare solo ciò che ci interessa ma vorrei trovare più spesso professori che si impegnino a farmi appassionare ancor più ai miei libri. I docenti sono una banca dati, ed è un peccato se non mettessero a disposizione il loro sapere. Reputo questo corso e questa innovativa impostazione molto stimolante, vorrei uscire da questa università in modo meno mediocre di come sono entrata, mi sono iscritta all'università con questo scopo, mi sono impegnata per questo, ma non sono molto soddisfatta, in molti corsi seguiti in questi anni mi sono sentita poco seguita e lasciata nel baratro di mille pagine da studiare senza alcuna organizzazione e passione. Spero che questo corso, forse da me il più temuto, sia la svolta per il mio percorso di studi! Spero di non esser stata troppo prolissa e patetica. Marica Ciavarella.

Maria Grazia Fiore ha detto...

Mi inserisco nella scia dei commenti scusandomi per il ritardo con cui sono stati approvati ma la mia casella di posta li ha bloccati nello spam. La punirò adeguatamente... :-D

Claudia Gadaleta ha detto...

Non avrei mai immaginato che un giorno mi sarei ritrovata a scrivere su un blog di Letteratura Latina...quella stessa materia che rientra nell'immaginario collettivo come qualcosa di vecchio, morto ed ostico. Eppure eccomi qui, entusiasta e vogliosa di sfruttare al massino questa possibilità d'approccio e di comunicazione del tutto innovativa rispetto a quello a cui l'università ci ha abituati! Spero quindi di poter trarre il massimo da quest'esperienza e soprattutto di non deludere le aspettative! Credo che questo blog prima di tutto rappresenti uno slancio di fiducia e di forte considerazione nei confronti di tutti noi studenti! Per quanto riguarda la didattica, personalmente ritengo gli argomenti molto interessanti e soprattutto dinamici. Il percorso dunque si prospetta stimolante ed anche se ogni tanto ci chiediamo questo filo conduttore dove ci porterà..."il naufragar c'è dolce in questo mare"! :-D

Stefania ha detto...

Buongiorno professoressa.
È vero,molto spesso durante le sue lezioni mi pongo quella domanda ,senza riuscire a darmi una risposta,ma questo credo dipenda dal fatto che lei con noi utilizzi un metodo di insegnamento differente da quello degli altri professori: ci fa ragionare,interagire,non ci considera delle “macchine” che apprendono meccanicamente delle semplici nozioni.Ovviamente ognuno ha il proprio metodo di insegnamento,ma come ha spesso ripetuto lei a lezione l’obiettivo di questo nostro percorso universitario deve essere il raggiungimento di un bagaglio culturale il più ampio possibile,e non semplicemente il riuscire a superare gli esami.
Spero che il percorso che ha deciso di farci seguire,mi possa aiutare ad affrontare al meglio il mio corso di studi.
A mercoledì! :)

Carmela Caricato ha detto...

In fondo se sembriamo così attaccati a quelle sedie inchiodate, forse vogliamo solo apprendere da chi certamente sa qualcosa più di noi, e non interviene perché in realtà non ha niente da dire data la sua ignoranza. Io sono una di quelle ignoranti che non interviene, perché speranzosa di apprendere e sapere.
Del resto-Il sapiente è colui che sa di non sapere-ed io mi sento estremamente sapiente.

Maria Grazia Fiore ha detto...

Qualche precisazione sulle fatidiche sedie inchiodate: il mio riferimento era finalizzato ad evidenziare come la stessa architettura di un luogo di formazione rivela l'idea stessa di formazione che deve avvenire lì.
Metaforicamente - e ribadisco metaforicamente - arredi posti in posizione fissa e immutabile, simboleggiano uno scambio comunicativo tradizionale caratterizzato da un "io parlo e tu ascolti", che corrisponde alla struttura gerarchica con cui sono state tradizionalmente pensate le nostre scuole e università. L'architettura serve dunque a suggerire e ratificare un certo tipo di suddivisione che si riverbera nella rigida suddivisione disciplinare che caratterizza il nostro sapere.
Altrettanto metaforicamente, sedie messe in circolo (giusto per fare un esempio) caratterizzano una comunicazione i cui protagonisti si alternano pariteticamente nel ruolo di chi parla e chi ascolta.
Posto ciò, l'architettura - da sola - non fa il processo e viceversa.

Tara Jabul ha detto...

A distanza di un pò di tempo e lezioni passate assieme, volevo stendere anche io qualche riga riguardo il corso. Durante il mio percorso di studi ,stò riflettendo molto su quello che accade,cosa sto' imparando, come lo sto' imparando, a cosa mi porterà ma soprattutto CHI stò diventando e CHI voglio essere.Posso tracciare delle conclusioni sia positive ma anche negative come quella che riguarda i limiti del sistema universitario come è oggi,sono davvero molti. Ho preso coscienza del fatto che siamo noi a dover superare questi limiti( fin dove è possibile,ovviamente),seguire i nostri doveri nei quali rientra il far valere i nostri diritti. Un diverso approccio allo studio e agli esami ,alla cultura come qualcosa che ci deve appartenere e formare come individui,e nel mio caso come "scenziata dei beni culturali" , è già un passo avanti che ci può permettere di essere più indipendenti nella nostra formazione e quindi di dipendere meno e di essere meno succubi da sistemi di formazione ed educativi carenti,di essere più autonomi. Voglio sottolineare che la nostra partecipazione attiva alla nostra formazione è determinante, dobbiamo imparare a "vedercela da soli" laddove la nostra università non arriva per via di limiti imposti dalla politica ed economia e spesso dagli stessi professori. Il corso che stò attualmente seguendo di letteratura latina ,al di là dei contenuti veri e propri attinenti alla materia, mi piace perchè mi ha stimolato a fare questo tipo di riflessioni, mi stà insegnando proprio un diverso approccio come se fosse un percorso anche volto a formare una sorta di autocoscienza di noi stessi,in quanto individui e studenti. Se posso aggiungere anche un riflessione molto personale, mi ha molto colpito quando abbiamo discusso di come la rinuncia o la volontà di dimenticare il nostro passato, le nostre radici possa generare quel senso di solitudine, di crisi esistenziale che spesso ci affligge. Mi ha rimandato a pensieri di natura personale e relative alle mie origini italo - indiane.

Buon week end.

Tara Jabul ha detto...

Rileggendo il mio post,mi sono accorta di un errore ,piuttosto che scrivere "scienziata dei beni culturali" ho scritto scenziata. Ho fatto un errore di battitura,scusate.